Dopo la sua dichiarata omofobia su fb, don Pasquale diventa fan di Povia a Palo per un concerto/convegno contro il gender

11266

Lo avevamo lasciato più di un anno fa con un post sul suo profilo Facebook in cui si dichiarava orgogliosamente omofobo per poi cercare di giustificarsi in un’intervista con noi di Palodelcolle.net sostenendo di non conoscere il significato della parola omofobia (https://www.palodelcolle.net/magazine/don-pasquale-amoruoso-io-non-condivido-le-deviazioni-sessuali-chiamatemi-pure-omofobo-per-me-e-un-vanto-intervista-al-prete-che-predica-la-parola-di-dio-su-facebook/).

Nel frattempo don Pasquale Amoruoso, parroco della chiesa di san Giuseppe ha continuato il suo intenso lavoro di catechesi dal social più amato al mondo. Il suo nemico da sconfiggere? “I gender” dice lui, ma basta scorrere il suo profilo che  la lista si allunga agli immigrati, musulmani, rom, gay, lesbiche, comunisti, Emma Bonino (paragonata in un post a Riina), democratici, pentastellati. 

Con qualche parrocchiano rimastogli fedele porta avanti, senza riservo, una dura lotta contro le unioni gay,  considerando questi, persone  “con problemi” (vedi intervista del 1 ottobre 2016: Ho conosciuto persone con questi problemi e su loro richiesta hanno fatto un percorso col medico”.  https://www.palodelcolle.net/magazine/don-pasquale-amoruoso-io-non-condivido-le-deviazioni-sessuali-chiamatemi-pure-omofobo-per-me-e-un-vanto-intervista-al-prete-che-predica-la-parola-di-dio-su-facebook/).

Il parroco, già noto alle cronache di vent’anni fa per le sue dichiarazioni pro Savino Parisi, noto boss barese, predica le sacre scritture dal web diffondendo la parola di san Paolo, pubblicando una delle lettere più crudele dell’apostolo ai romani “Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata, ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ingiustizia, malvagità, cupidigia, di malizia; pieni di invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi del male, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma approvano chi le fa” (stralcio dell’intervista).

A distanza di un anno don Pasquale, persistendo nella sua animosa battaglia, si fa promotore di un concerto/convegno del noto cantante Povia, balzato alle cronache per i duri commenti contro i gay sul suo profilo facebook (http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/09/news/povia_attatta_gay_omosessuali_facebook-29604615/https://www.iene.mediaset.it/video/povia-e-razzista-e-omofobo_12512.shtml). E cosa si legge sugli inviti che il parroco diffonde via whatsapp?  “Si tratterà il tema della famiglia naturale Uomo-Donna e della teoria del gender devastante per i nostri bambini. Se hai a cuore la tua famiglia, i bambini, i tuoi nipoti, non mancare”.

Noi di PalodelColle.net più volte abbiamo chiesto, invano, un incontro col vescovo dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto mons. Cacucci per avere spiegazioni sull’atteggiamento poco ortodosso di un parroco che non predica amore ma discrimina, che non lo fa da un altare ma sul social più inflazionato al mondo, che chiude le porte di casa sua a immigrati, musulmani, gay, lesbiche e trans mentre fa pubblicità a concerti e convegni.

Immediate le reazioni di una parte della cittadinanza che continua a sentirsi offesa da tale atteggiamento e Sinistra italiana Palo del Colle passa al contro attacco  invitando i palesi a un incontro mercoledì 29 novembre in piazza Diaz “per dire no a chi vuole seminare odio e intolleranza nel nostro paese” come si legge sulla loro pagina fb.

Sia chiaro, l’omofobia in Italia non è un reato, non ancora, ma una grave forma di discriminazione e se a commetterla è un prete, per anni, con il tacito assenso del suo vescovo, allora il tutto diventa insopportabile e aberrante. In un momento storico in cui più che mai  le diverse  forme di intolleranza portano a guerre, violenza e morte, è inaccettabile che ci si avvalga della parola di Dio per sostenere e divulgare un messaggio così pericoloso.

E le istituzioni?