Volontariato e integrazione: al via i corsi di italiano per stranieri

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Al via la seconda edizione del corso di italiano per stranieri. Nato da un?idea di Maria Teresa Capozza, membro dell?Associazione culturale palese ?Parteciparlando?, è diventato realtà a febbraio 2013 con 36 iscritti, la maggior parte indiani, georgiani e marocchini.

E? una realtà che non si può più ignorare” spiega una delle cinque insegnanti volontarie, Rosa Bottalico, nella vita docente di inglese. A lei si affiancano Anna Franca Coviello, Angela Lopez, Rosalinda Adorante e Mariangela Francabandiera, dando il loro preziosissimo contributo in un progetto socialmente utile, culturalmente interessante e al passo con i tempi.

Ma non tutto fila liscio come l?olio. L?unico ostacolo incontrato in questi due anni è la sede in cui svolgere le lezioni serali. Secondo quanto raccontano le volontarie, l?amministrazione Conte chiederebbe 5 euro l?ora per mettere a disposizione locali pubblici, come scuole o altro. Ma l?associazione Partecipaparlando, autogestita da pochi soci non ha ancora una propria sede ufficiale, figuriamoci dei fondi da stanziare per offrire un servizio completamente gratuito a cittadini del nostro Paese a tutti gli effetti. E le Politiche sociali in questo caso che ruolo hanno? In un mondo diventato ?villaggio globale? alla McLuhan come può un?amministrazione non tener conto dell?importanza della lingua per l?integrazione completa nel tessuto connettivo di un Paese?

Per fortuna la CGIL ha provveduto in questi due anni a disporre gratuitamente della propria sede dove i corsi si svolgono in un?atmosfera familiare, dalle tinte colorate e multietniche, in cui tutti imparano e insegnano allo stesso tempo.

“Speriamo diventi una realtà conosciuta, condivisa e rispettata – ha aggiunto la professoressa Bottalico La scelta del volontariato è chiarissima ma ci aspetteremmo la messa a disposizione di strutture e un riconoscimento pubblico del nostro servizio. Questo è un segnale di apertura ad un mondo che non è più relegato ad una realtà locale. Siamo nell?era dei social network in cui tutti sanno tutto di tutti in tempo reale”.

Ma insegnare italiano agli stranieri è un momento di arricchimento culturale anche per la stessa docente che ammette: “Ogni volta è una scoperta umana e intellettuale. Voglio conoscere tutto delle loro culture, religioni, abitudini. Vivo quest?esperienza come gratificazione”.

E poi quelle donne dagli occhi scuri, pieni di speranza, con una vita, mariti e figli lasciati nel loro Paese di origine sono felici di raccontarmi in un italiano accademico che “a Palo c?è gente socievole e accogliente. Non ci sentiamo molto straniere ma da ortodosse abbiamo imparato che avete molti santi!”