Editoriale. Amministrative 2020: venghino signori venghino!

2795

Diciamocelo, lo scenario politico di queste amministrative è apparso da subito fosco, poco chiaro, a tratti paradossale, ridicolo. Una corsa spasmodica verso palazzo San Domenico in contemporanea con quella all’accaparramento di una poltrona alla Regione Puglia. Tanti gli incontri, prima di presentare ufficialmente le liste, per trovare la quadra con le coalizioni giuste, non in termini di condivisione di ideali, ma di voti.

Il primo grande iato evidente è stato quello nella destra, divisa in tre: da un lato la contestatissima Lega, Fratelli d’Italia, UdC e compagnia bella con il proprio candidato sindaco, Tonino Amendolara, dall’altro il Nuovo Psi con Giammaria e infine Conte, ex sindaco di Palo, candidato consigliere alla Regione, figlioccio di Fitto l’antagonista sconfitto di Michele Emiliano, supportato oltre che dal partito della Meloni anche dalla Lega di Salvini. Ma Conte, nonostante le sue dirette possano trarre in inganno, non è il terzo candidato del centro destra. No. Lui è il deus ex machina dietro la candidata ufficiale, Anna Cutrone, leader del movimento civico FuoridalComune, notoriamente, si credeva, di centro sinistra, nato nel 2016 proprio come alternativa alla politica fallimentare di Conte. Ma non ricordiamolo, perché si sa, il tempo cancella tutto! In corsa per queste amministrative il Pd, con Tommaso Amendolara che, impavido e non curante del fallimento dell’amministrazione Zaccheo, si è messo in gioco con la stessa squadra (tranne ‘Palo nel Cuore’) ma senza la flangia della sinistra palese presentatasi alle amministrative in solitaria con Luigi Viola, ex sindaco di Palo.

Questo sembrerebbe un quadro già abbastanza complesso, in cui gli ideali politici fanno a cazzotti tra loro, tutti gridano al centro ma lo “scappellamento” è sempre a destra, pur che non si dica, perché a destra c’è la Lega e nessuno, se non i leghisti, vogliono imbrattarsi con il partito di Salvini. La prima tornata elettorale, se pur per pochi punti mancanti a favore di Tommaso Amendolara, ha portato al ballottaggio tra il giovane candidato sindaco del Pd e Anna Cutrone con la debacle del centro destra di Amendolara, del nuovo PSI di Giammaria e la sinistra di Viola. Alla Regione Fitto è stato il grande sconfitto e Domenico Conte, nonostante l’ottimo risultato, non è riuscito ad entrare in consiglio. Ma questo non è bastato a farlo ritirare dalla scena politica, riversandosi anima e corpo nelle dinamiche comunali.

E qui si aprono scenari apocalittici, ma proprio di quelli che mai nessuno potrebbe immaginare, tra verginelle della politica che si scandalizzano e sorridono (sorrisi amari), promesse di assessorati e direttivi in cambio di voti, condicio sine qua non: mai nominare la Lega! Trattative difficili, troppo chiacchierate, riunioni fatte tra muri che parlano. Voler diventare sindaco sì, a tutti i costi ma senza sporcarsi troppo le mani…e l’immagine! Le dirette di Domenico Conte adombrano completamente la vera candidata, Anna Cutrone, tanto che qualcuno sui social inizia a chiamarla Anna Conte; dirette in cui l’ex sindaco, ormai politico scafato, parla di progetti, finanziamenti, benessere della città, arriva ai suoi tanti sostenitori parlando di tutto e di niente, ma con la verve di chi nasce per fare politica. Da tanti rimpianto e ancora voluto, parla di assessorati esterni al suo storico braccio destro, Vito Dagostino, neanche lui tuttavia candidato a queste amministrative. Un incantatore di serpenti ma che, questa volta non è riuscito ad incantare i suoi ex colleghi, la destra palese, disposta, fino all’ultimo a dirottare i voti del proprio elettorato nelle liste della Cutrone, pur di ottenere poltrone in consiglio comunale. Tutto denunciato pubblicamente sui social. Giochi politici, calcoli matematici, numeri che fanno scattare seggi, poltrone, interessi, soldi. E poi il colpo di scena finale, quello che mai ci si aspetterebbe, quello che lascia tutti a bocca aperta. Anna Cutrone, stremata dalle “cattiverie”, costretta a cancellare su Facebook un post in cui prendeva le distanze dalla Lega (sempre dimenticando che Domenico Conte è strettamente legato al partito di Salvini), disposta a tutto pur di salvare capre e cavoli ma stanca e sempre più defilata, decide di apparentarsi ufficialmente con la storica sinistra palese e il suo candidato sindaco Luigi Viola (444 voti).

Una manovra che agli occhi del suo elettorato la ripulirebbe dalla macchia nera della destra che incombe su di lei. Una manovra però che mette in luce le ennesime contraddizioni, i paradossi politici, l’annientamento degli ideali, la morte dei partiti, anche se tutti ormai si tutelano dietro la bandiera della lista civica. Una manovra che ha fatto saltare i coperchi di tanti vasi bollenti e completamente distrutto altari imbiancati. Ma, a prescindere dalla rabbia della destra di Amendolara e della Lega di Della Guardia che promettono guerra a suon di post al vetriolo, scoprendo ogni giorno scenari nuovi, la domanda di tanti palesi, che l’anello al naso proprio non ce l’hanno è: come può la sinistra apparentarsi non con il Pd (nonostante Viola sia ancora iscritto al Partito) ma con il centro destra di Conte, camuffato da…. centro destra? E venghino signori venghino, Domenico Conte, l’unico che continua a fare campagna elettorale per conto della Cutrone, nell’ultima diretta Facebook, prontamente cancellata, prende le distanze dal centro destra!!

Lo so, la confusione è tanta! Proprio quando il Paese aveva bisogno di concretezza e trasparenza le acque della politica si fanno torbide, il poltronismo spazza violentemente qualsiasi buon proposito e, improvvisamente tutto vale. Del resto nulla scandalizza più: nel ballottaggio ognuno gioca le proprie carte, carte che prima o poi verranno scoperte, ma che in questo momento servono a fare scopa. Tutto il resto è scenografia, fa parte del film, lo rende più o meno interessante, sono i colpi di scena, le musiche di sottofondo. Un po’ di poesia signori, in fondo la campagna elettorale è sempre stata il set di un film di Fellini con personaggi e caricature, tristemente ironici!

Fino ad oggi scrivevo “che vinca il migliore” oggi mi sento di dare un consiglio: si salvi chi può!