Il consiglio ha costituito una commissione di inchiesta per trovare il responsabile dell’ordinanza fantasma

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Nonostante un inizio dai toni forti e due sospensioni del consiglio, è stata costituita una commissione di inchiesta per accertare le responsabilità del caso dell’ordinanza sindacale disconosciuta dal primo cittadino palese. Favorevoli cinque consiglieri d’opposizione (assente Vito Minerva) con il presidente del consiglio Giannicola Cuscito, il sindaco Anna Zaccheo e il consigliere Michele Cea (Pd).

Ma chi ha voluto e pubblicato la tanto discussa ordinanza sulla gestione del traffico in alcune vie cittadine nel giorno delle primarie?

Il primo cittadino, che da subito aveva preso le distanze dal contenuto dell’ordinanza, da lei mai firmata, ha chiarito: “”Il 27 fino a sera sono stata in commissione per definire il comitato gemellaggio. L’indomani mattina sono arrivata al comune alle 12.30 e non c’è stata comunicazione in merito, dopodiché sono andata via e ho appreso dell’ordinanza con le vostre stesse modalità. Mero errore gestionale che dalla sottoscritta andava sottolineato. Il primo cittadino non può coprire degli illeciti. Un illecito è pubblicare un’ordinanza senza firma del sindaco e io dovevo denunciarlo. Poi, che alla base ci sia stato un errore, una distrazione, una scivolata, questo lo valuterà l’ufficio preposto, il mio lavoro è finito. In questo momento la politica non c’entra niente”. 

Compatta la maggioranza che da subito ha sostenuto la linea del sindaco, primo fra tutti il consigliere Tommaso Amendolara (Partito democratico): “Voi (opposizione ndr) avete utilizzato un momento di visibilità riflessa per trarne un vantaggio politico. Non è che soffiando sul vento dell’ antipolitica si resti fuori dalle dinamiche di chi è chiamato a svolgere una funzione pubblica. Il vostro atteggiamento dal punto di vista istituzionale è grave. Siete venuti stasera a sollevare un polverone sul nulla. La richiesta è stata protocollata, è stata processata, il sindaco non l’ha firmata, per un errore è stata pubblicata, dopodiché è stata ritirata. Dov’è il problema?“.

Per l’ex sindaco Conte “il primo cittadino deve essere il ‘manto della madonna’ coprendo gli errori degli amministratori che possono accadere” ed è stato proprio lui a supporre come “vanno queste cose”.

A rincarare la dose Tommaso Ansani (Tradizione e futuro): “Essere qui in consiglio straordinario è un diritto sacrosanto per capire come sono andati i fatti. Noi oggi vogliamo capire perché si è verificata una cosa del genere. Chi è stato ad ordinare la pubblicazione? C’è stato un errore? Siete voi che dovete dircelo, è il sindaco che deve parlare“.

Giuseppe Iurilli (Cittadini per l’Italia):Il sindaco e il presidente del consiglio sono stati molto chiari, se si vuole scendere nei dettagli, non è possibile farlo in questa forma (ovvero nella forma di consiglio comunale a porte aperte ndr). Bisogna applicare il regolamento del consiglio comunale, l’articolo 61 e farlo a porte chiuse“.

Tuttavia il consiglio, fortemente voluto dalla minoranza in sessione straordinaria, è stato tutt’altro che monotematico. Pesanti, personali e offensive le accuse del consigliere Vito Dagostino (Avanti Palo):Quello che emerge da chi legge fuori, è che il sindaco è un pupazzo nelle mani di qualcun altro. Lei non sente, non parla e non capisce. Il fatto che abbia disconosciuto il documento la pone in una situazione di ombra: in questo comune si fanno delle ordinanze, vengono affisse e lei non ne sa niente. L’idea che avete dato è che questo comune è gestito da forze trasversali, da pupari che muovono marionette“.

Più pacati e diplomatici i toni della consigliera Cutrone (FuoridalComune) che da subito ha denunciato la gravità dell’azione volendo per questo una commissione d’inchiesta. Incredulo il consigliere d’opposizione Antonio Amendolara che ha dichiarato: “Ma voi non vi vergognate neanche un po’? Mai, in tanti anni di politica, un sindaco ha riversato tutta la colpa su un responsabile di servizio procurandogli addirittura un provvedimento disciplinare”.

Nonostante i chiarimenti da parte del primo cittadino, tante le ipotesi sull’accaduto, supponendo addirittura l’utilizzo delle password del sindaco da parte di terzi.

Un caso tutto da risolvere.