L'editoriale di Denny Pellegrino

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Chi ha mangi, chi non ha s’arrangi e guardi il sole spuntare. E’ questa la politica del Sud. Ma quando gli italiani vengono chiamati ad assolvere il loro dovere di cittadini, cioè votare, tutto cambia. Succede l’impensabile, l’inimmaginabile. I politici, gli stessi pervasi fino a quel momento dall’istinto bestiale della cooptazione ideologica, dell’appartenenza alla casta, colti da un’afasia catatonica, in perenne fuga dalle responsabilità, improvvisamente si fermano, si svegliano e urlano alle masse frasi del tipo: “Toglieremo l’Imu e vi restituiremo quella del 2012”, “Sì ai matrimoni gay”, e ancora “basta alla disoccupazione giovanile” e poi l’urlo di guerra dei grillini “Arrendetevi”. Allora i padri di famiglia che ancora maledicono quella tassa sulla casa si affrettano a votare coloro che hanno promesso l’abolizione della stessa; milioni di ragazzi acculturati ma costretti in una dimensione surreale di precariato a vita, a fare i bamboccioni, a non contrarre mai un mutuo sperano che questa volta sia quella decisiva e si dirigono alle urne ancora pieni di amare speranze e misere certezze. E poi c’è chi pensa che la sovversione di un ex comico improvvisatosi leader possa far rivivere un Paese condannato a morte da oligarchie insaziabili ed egoismi sinergici. Il vaso di Pandora si è rotto e ne è uscita l’Italia dei papi dimissionari, dei politici che invece le dimissioni non le danno neanche se condannati, della giustizia “ingiusta”, delle “donnine” al potere, degli intellettuali disoccupati, delle banche corrotte. E’ l’Italia in cui se uccidi sei a casa, se vendi foto scandalistiche sei condannato a 7 anni di carcere. Se hai una montagna di soldi fai politica altrimenti la subisci. L’Italia in cui i rifiuti tossici sono interrati dalle mafie in zone in cui aumentano le neoplasie e la gente muore, mentre la green economy è nelle mani della criminalità. L’Italia degli scandali, delle tangenti, dei “festini”, delle promesse mai mantenute, delle lauree comprate. L’Italia ingovernabile.

E Palo? Questa volta la gente ha creduto a chi gli ha promesso che avrebbe abolito l’Imu e avrebbe restituito quella del 2012. La povertà avanza e a tutti fanno comodo quei soldi. Non importa perché si è arrivati a questo punto e se mai ne usciremo. Non importa se i giovani pluri-laureati sono disoccupati o sfruttati da vecchi ricchi e ignoranti. L’alternativa è andarsene ma anche per quello ci vuole denaro e coraggio. Per il resto a Palo chi ha mangia e chi non ha si arrangia e guarda il sole spuntare.