Dopo il bamboo arriva Arduino e il Rigenera si riempie di ingegneri.

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Prosegue il progetto MATERIA al laboratorio urbano Rigenera. Dopo i workshop sull’utilizzo del bamboo in architettura, si passa ad Arduino. Per capirne di più, noi di PalodelColle.Net abbiamo intervistato l’architetto Andrea Mangiatordi dell’associazione Intubando, vincitrice del bando regionale Mettici le mani.


DOMANDA: – Che cos’è Materia?

RISPOSTA: – E’ un progetto nato con la Regione Puglia in ambito Mettici le mani. Abbiamo contattato Nicola Vero il responsabile di Rigenera proponendogli un progetto di riqualificazione del laboratorio con una collaborazione partecipata e una serie di laboratori per realizzare delle attrezzature e attività inerenti all’autocostruzione, la fabbricazione digitale, le nuove tecnologie, le macchine a controllo numerico, l’utilizzo di materiali tradizionali come il bamboo, il riuso di elementi tipo plastica, autocostruzione con ferro e legno.


D. – Quanti moduli prevede?

R. – Il progetto si sviluppa in 4 moduli. Il primo è quello di progettazione partecipata: abbiamo fatto un processo di scelta, di progettazione, di spazi e soprattutto di attrezzature che potrebbero essere d’aiuto al Rigenera in base alle necessità del gestore e di chi frequenta questo luogo.


D. – Tipo?

R. – Abbiamo riscontrato che uno dei problemi maggiori è la conformazione della struttura del Rigenera, molto carente. Poco sfruttata perché ha dei grossi problemi di riqualificazione del luogo che presuppongono tuttavia degli interventi molto onerosi. Per questo abbiamo cercato di capire come, con materiali e attrezzature leggere, riuscire a migliorare la fruibilità dello spazio che presenta dei grossi vincoli. Ad esempio, l’aula magna, quella principale, si trova al centro di 4 angoli in cui vi sono posizionati gli uffici, per cui durante gli eventi diventa una cesura per il raggiungimento delle altre zone della struttura. Quindi se l’aula magna è occupata, non si potrà più raggiungere l’ufficio della direzione o l’aula co-working o altro, se non passando dall’interno, quindi durante un evento o passando dall’esterno anche se dovesse piovere e nevicare. In questo caso abbiamo previsto delle pannellature, anche movibili, che siano in grado di creare una barriera quanto meno visiva per chi entra in questo spazio centrale durante un evento.


D. – Dunque, la Regione, tramite il bando Mettici le mani, ha stanziato dei fondi perché sostengano progetti per la riqualificazione di un’area all’interno di un laboratorio Urbano?

R. – Sì ha finanziato dei fondi per avviare questo processo partecipato di riqualificazione. Chiaramente il succo è sì il prodotto finale ma è soprattutto il processo di realizzazione che diventa formazione.


D. – Perché Rigenera?

R. – Perché è l’unico gestore propositivo che abbiamo trovato sulla nostra strada. Nicola Vero è stato l’unico a dare un feedback immediato alla nostra volontà, con concretezza, aiutandoci in prima persona e mettendo a disposizione immediatamente degli spazi, delle attrezzature e chiaramente un’organizzazione di base.


D. – Questi workshop da voi organizzati sono a pagamento?

R. – Solo alcuni sono a pagamento perché vanno oltre l’attività di Mettici le mani, almeno nelle modalità organizzative. Se inizialmente si era pensato di fare un po’ tutto con i componenti di lavoro, poi abbiamo capito che poteva essere un momento per formarci, oltre che per formare e produrre qualcosa, quindi abbiamo cercato di interfacciarci con esperti rinomati, qualificati in modo molto settoriale (stampa 3D, Arduino). Per questo abbiamo dovuto pensare di garantire loro un compenso minimo. Ecco perché questa quota sociale.


D. – Oggi cosa state facendo?

R. – Oggi è un workshop su Arduino.


D. – Che cos’è Arduino?

R. – E’ una scheda di controllo tipo le vecchie plc; è un aggeggio elettronico che serve ad interfacciarsi, grazie a un software, a dei sensori (di luminosità)ed utilizzatori (es. led, motorini). Quindi riuscire a impostare con un linguaggio di programmazione un percorso di comunicazione fra gli utilizzatori e i sensori. Esempio: la luce naturale va via, il sensore lo rileva, e il led si accende in automatico. Grazie all’intervento degli ordini degli ingegneri abbiamo avuto a nostra disposizione due esperti di Arduino, non sono tanti nella nostra zona, e in più abbiamo potuto aumentare tutti gli attrezzi, i kit messi a disposizione dei partecipanti, i saldatori, pinze, abbiamo una stampante 3D che sta funzionando contestualmente quindi siamo in grado di fare i supporti. In questo caso stiamo lavorando su una lampada intelligente.


D. – Qual è la risposta sul territorio palese?

R. – Buona in una prima battuta quando si è rimasti ad un livello generale, medio bassa una volta entrati nello specifico e settoriale. La frequenza ai corsi da parte di palesi è bassissima.


D. – Ma l’aula è piena.

R. – Siamo riusciti in collaborazione con l’ordine degli ingegneri, in patrocinio con quello degli architetti e altri nostri sponsor accreditati a livello regionale, ad attirare persone da tutta la Regione.


D. – Prossimi appuntamenti?

R. – Sabato e domenica ancora con Arduino e la domotizzazione del prototipo della lampada intelligente. Il 7 maggio invece tutti quanti a collaudare il prototipo. Chiuderemo poi con la realizzazione della struttura vincitrice del concorso internazionale di idee che abbiamo bandito con il modulo di legno e ferro.


D. – Al termine di tutto questo quanto e in cosa sarà cambiato Rigenera?

R. – Oggi un ingegnere ci chiedeva come avessimo fatto ad attivare un processo del genere in un posto come questo. Al Rigenera dunque resterà la titolarità di essere l’iniziatore di determinati processi prima di strutture di laboratori urbani molto più importanti dal punto di vista infrastrutturale rispetto a questa di Palo. E mi riferisco a laboratori di paesi limitrofi totalmente atrofizzati. Invece in un posto, diciamoci la verità, molto scadente dal punto di vista architettonico, come Rigenera, il gestore è riuscito ad organizzare degli eventi in cui per la prima volta si danno addirittura crediti formativi agli ingegneri.