Quelle cataste di rami mai smaltite: il sogno di una differenziata svanito

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La gara d’appalto prevede la potatura e il trasporto in discarica, anche se ci tengo a chiarire che non si tratta di rifiuti speciali ma assolutamente riciclabili. Lo smaltimento è a carico del Comune; la scelta è stata fatta per avere una differenziata maggiore. Abbiamo già macinato parte di quei rami e sono stati mischiati al terreno. Ora dovremmo macinare e smaltire il resto che nel frattempo si è seccato e pesa meno. Sì, il problema è la Tersan, perchè stracolma ma il comandante Floriello provvederà a trovare un’alternativa. A giorni si potrà già procedere a compostare il tutto nel frattempo continuiamo con la potatura. Per quanto riguarda gli inerti abbiamo scoperto essere della ditta che ha svolto i lavori di posizionamento della fibra ottica ma che a breve ripulirà tutto”. Era il 21 aprile scorso quando il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, ing. Scicutella, ci rassicurava sui tempi e modi di smaltimento delle immense cataste di falci di potatura e inerti accumulati alle spalle dell’ufficio postale. Ad oggi nulla è cambiato se non in peggio.

I rami non sono mai stati conferiti come differenziata ma triturati e aggiunti altri; il materiale di risulta è aumentato. Quello che sarebbe dovuto essere un ottimo affare per il Comune di Palo, aumentando il valore della differenziata, si è trasformato in un’incombenza per lo stesso. Un effetto boomerang che non esclude nessuno: il responsabile dell’ufficio tecnico Scicutella, il comandante della Polizia Locale Floriello, l’assessore al ramo Daniello e, inevitabilmente, il sindaco Conte.

Che la Tersan sia in gravi difficoltà è assodato, ma che non esista un luogo alternativo per il conferimento di materiale riciclabile, è paradossale. E gli inerti abbandonati dalla ditta che ha eseguito i lavori di posizionamento della fibra ottica? Stando alle parole di Scicutella la stessa avrebbe dovuto già provvedere alla pulizia dei luoghi. Che senso ha la scelta del Comune di accollarsi l’onere dello smaltimento per raggiungere altri punti di differenziata per poi decidere di non smaltire più nulla ma trinciare tutto?

Per non parlare del pericolo che il primo incendio estivo possa bruciare le cataste dei falci secchi e con esse un grosso, inconcepibile errore di valutazione.