Editoriale. La bacheca degli orrori del don di san Giuseppe e il silenzio assenso di mons. Cacucci

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Sembrano lontani i tempi in cui i sacerdoti di paese si schieravano dalla parte dei più deboli, difendevano i diritti umani e civili, aprivano le porte di casa a bisognosi e senza tetto. Sembrano così lontani quei tempi di cristianesimo intriso di umanità se solo si desse una sbirciata al profilo Facebook di don Pasquale Amoruoso, prete della parrocchia di san Giuseppe, balzato agli onori della cronaca per le sue dichiarazioni apertamente omofobe. Nel 2016 scriveva “Io non condivido le deviazioni sessuali….chiamatemi pure omofobo. Per me è un vanto!” (https://www.palodelcolle.net/magazine/don-pasquale-amoruoso-io-non-condivido-le-deviazioni-sessuali-chiamatemi-pure-omofobo-per-me-e-un-vanto-intervista-al-prete-che-predica-la-parola-di-dio-su-facebook/). Ma nel 2019 si spinge oltre e sul suo profilo Facebook posta: “La causa, purtroppo eclissata, della violenza sessuale è l’omosessualità. L’abuso sui minori è l’effetto”. Dichiarazioni gravissime se pronunciate da chiunque, imperdonabili se a scriverle è una guida spirituale.  

Tanto intollerante che più volte è riuscito a far indignare non solo parte della comunità palese ma anche politici locali e parlamentari. Tra questi Dario Ginefra che nel 2017 dichiarava (https://www.borderline24.com/2017/11/28/palo-del-colle-prete-omofobo-teoria-gender-devastante-bambini/): “Da qualche anno è giunto nella parrocchia della Chiesa di San Giuseppe della medesima comunità un parroco, Don Pasquale Amoruoso, che fin da subito ha mostrato ai suoi parrocchiani e all’intera comunità il suo pensiero intollerante verso qualsiasi forma di diversità (sessuale, etnica, religiosa).  Questo parroco diffonderebbe il suo verbo nelle catechesi, negli incontri comunitari, in quasi tutte le omelie (senza distinzione che si tratti di una messa per un battesimo, matrimonio o funerale) e anche sul suo profilo pubblico di Facebook“. Ma si sa, a don Pasquale poco importano i richiami soprattutto se da parte di un certo schieramento politico, perchè lui, che sia dal suo pulpito o dal suo profilo social, non nasconde la propria fede politica. Sono passati anni e la sua avversione verso gay e gender viene alimentata e divulgata quotidianamente. La bacheca del suo profilo social è un inno alle ideologie di destra che hanno portato, in un momento storico particolarmente delicato, a bocciare leggi sull’omofobia. Un tripudio di arcobaleni ma non a sostegno delle comunità lgbt, no, bensì contro quel ddl Zan-Scalfarotto- Boldrini, definito da certa stampa “un flagello peggiore del Covid19” o un “progetto di legge violento e totalitario”. Un fiume in piena contro immigrati, musulmani, rom, gay, lesbiche, trans, comunisti, democratici, pentastellati, Silvia Romano. Agisce indisturbato, supportato da qualche parrocchiano ed esponente politico.

Ma, in tutto questo predicare e “postare” messaggi intolleranti, il vescovo dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto mons. Cacucci dov’è finito? Vale anche per lui la legge del silenzio assenso? Eppure, in più di un occasione,  pare abbia ricevuto e accolto le lamentele di esponenti politici e non, di Palo del Colle, circa l’atteggiamento poco ortodosso del parroco. Ma, ad oggi, decide di non intervenire, di soprassedere, di tacere. Certo, i sacerdoti sono prima di tutto esseri umani, con il proprio vissuto, la propria personalità. Ma come potrebbe un parroco relazionarsi con un adolescente gay se fondamentalmente lo considera “malato”? (“Ho conosciuto persone con questi problemi e su loro richiesta hanno fatto un percorso col medico“, intervista a PalodelColle.Net). Basti leggere la testimonianza di chi ha combattuto per anni contro i tabù di una realtà di paese in un corpo che non riconosceva suo e poi ha incontrato don Pasquale sulla propria strada (“Inoltre, quando espressi la volontà di frequentare la parrocchia lui mi rispose che certo, potevo andare a messa, magari sedendomi nell’ultima fila, ma nulla di più..”, https://www.palolive.it/news/attualita/667374/alessia-don-pasquale-mi-ha-ingannata). Come potrebbe dare aiuto a un profugo clandestino se per lui non dovrebbe neanche trovarsi in Italia? Come può essere guida spirituale se, in un momento in cui a un ragazzo viene fracassata la mascella da sette balordi solo perchè passeggiava mano nella mano con il proprio compagno, lui, don Pasquale condivide sul suo profilo la locandina della manifestazione non contro quell’atto di violenza, ma contro la legge sull’omotransfobia considerata “liberticida”? Ma l’essenza del messaggio cristiano non dovrebbe essere sull’amore: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, e il prossimo tuo come te stesso”? Noi continuiamo a chiedercelo e cercheremo di chiederlo a mons. Cacucci ma, nel frattempo, ricordiamo a don Pasquale le parole di chi ha sempre aperto la porta a tutti, don Andrea Gallo, ‘il prete degli ultimi’: “Arriva il momento in cui spezzo il pane con i miei “randagi” di strada. E’ il momento più bello, che mi fa capire quanto la Chiesa sia davvero santa nei suoi testimoni sconosciuti e nascosti agli occhi del mondo”.

D.Pellegrino