Equivoci e allusioni ‘saupe au askr’

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Non sono state tradite le aspettative del pubblico palese e anche questa volta il regista Vito Stallone fa centro con la sua commedia tutta piccante ‘Saupe au askr (Sul terrazzino). Con il suo cast di fedelissimi, nella solita location, la Casa di Riposo San Vincenzo, ha dato vita ad un esilarante siparietto tutto a suon di equivoci e allusioni. Il terrazzino in comune di più abitazioni diventa magnifico scorcio su piazza santa Croce e sulla vita quotidiana di una Palo ironica e colorata.

Maria, l’impeccabile A. Paparella, si dimena tra il marito, Peppino (O.V. Mondelli) pseudo inventore, il figlio Carletto (V. Lanzisera) pluriripetente e preso solo dal cibo, la nuora, Virginia (F. Lisco), pittrice di nature morte, zitella ma tanto vogliosa e i due morosi inquilini, Skattamilova (A. Ameruoso), avvenente bionda dell’Est e don Francesco (G. Stallone), prete, insegnante di religione più incline alle donne che a Dio.

Nel secondo tempo di un atto unico, la trama si ravviva ulteriormente con l’ingresso inaspettato di S’Questr (V. Mastromatteo) venditore ambulante di indumenti usati che coinvolge il pubblico, Mimì Melodia (T. Florio), altro improbabile inventore, amico e collega in affari di Peppino e il divertentissimo ingegnere Tolometto (V. Stallone), sceicco arabo, attirato più dalle protuberanze di Skattamilova che dall’invenzione dei due scienziati.

Inconfondibile la regia di Stallone con i suoi personaggi caricaturali, a tratti esasperati, altri ‘drammaticamente’ reali. Ritmo serrato di sketch, alternati a musiche, brevi monologhi e colpi di scena. L’inaspettato diventa possibile e il reale si trasforma in paradossale. Sessanta minuti di comicità in vernacolo palese che ha divertito, per due giorni, la folta platea, lasciando l’acquolina in bocca in attesa della prossima commedia.