La campagna dei fake: offese e intimidazioni da mr. nessuno

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Davide Santeramo, Benny Dovia. Sono i fastidiosi fake che più di chiunque altro hanno dato anima e corpo, ma non un volto, all’ultima campagna elettorale palese. Onnipresenti su tutte le pagine Facebook cittadine (e non solo), hanno lanciato una sfida all’ultima provocazione, fatta di insinuazioni, insulti e spesso tentativi di censurare e chiudere la bocca a chi non la pensasse allo stesso modo. Un fenomeno, quello del fake (termine inglese che sta a significare falso, contraffatto, alterato) prettamente adolescenziale, nato in rete per la voglia di essere ‘altro’, o la necessità di dire qualcosa senza esporsi troppo.


Entrambi fedelissimi sostenitori del sindaco uscente, combattono quotidianamente la propria battaglia politica innalzandosi a paladini della giustizia, difensori della politica, portatori sani di verità infuse.


E se qualcuno non condividesse il loro pensiero? Al via il valzer degli insulti nel cyber spazio. Un fenomeno che ha sporcato ogni sano tentativo di confronto, trasformandolo in scontro. Non solo, il fake funge spesso da fomentatore delle masse, di quella flangia attivista e anti democratica che non accetta l’altrui pensiero, confonde il giornalismo con la propaganda e l’inchiesta con la strumentalizzazione.


Davide Santeramo non risulta essere nato né vissuto a Palo del Colle e quando qualcuno lo ha invitato ad incontrarlo ha sempre risposto di essere fuori sede; Benny Dovia….beh, c’è poco da dire sulle sue generalità fittizie, ma tanto sui suoi modi di comunicare offensivi e anti democratici verso chiunque dichiari di non sostenere ‘il suo sindaco’, il quale invece, paradossalmente, ha sempre preferito il dialogo e la diplomazia alla censura e le offese.


Nonostante la rivoluzione di Facebook abbia creato una serie di duplicati digitali, oggi un profilo fake è punibile civilmente e penalmente. Per questa tipologia di reato la legge prevede la reclusione fino ad un anno ed è possibile procedere d’ufficio.


Il cyber spazio ha sostituito la realtà, superandola, e la dialettica si è trasformata in post offensivi e minatori di individui senza identità. Le offese diventano i killer della buona comunicazione politica e gli obiettivi vengono persi di vista, lasciando spazio a fanatismi e livore, finzioni e vacuità.